Il cardinale Matteo Zuppi racconta con ironia al Salone del Libro di Torino cosa avrebbe fatto se fosse stato eletto Papa.
In un dialogo inaspettato ma ricco di significato, il cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI e arcivescovo di Bologna, ha condiviso pensieri e aneddoti insieme al cantautore Luciano Ligabue durante il Salone del Libro di Torino. L’incontro, parte del programma culturale dell’evento, ha spaziato tra fede, emozioni e ironia, creando un ponte tra mondi apparentemente lontani.

Quando la Chiesa incontra la cultura pop
Nel corso della conversazione, Zuppi ha raccontato episodi della sua giovinezza, del suo impegno sociale e della visione di una Chiesa vicina alla gente. Ligabue ha risposto con riflessioni personali sull’importanza delle relazioni e della musica come mezzo di comunione. Ma il momento che ha davvero catturato l’attenzione del pubblico è arrivato quando il discorso è virato sul recente Conclave.
Il retroscena del Conclave: tra emozione e ironia
Parlando dei giorni intensi del Conclave che ha portato all’elezione del nuovo Pontefice, Robert Francis Prevost (ora Leone XIV), Zuppi ha svelato il peso emotivo vissuto in quelle ore cruciali.
«Vedere tanta gente in piazza San Pietro che aspettava l’annuncio è stato davvero commovente, c’era attesa, tanta gioia, tanto desiderio. Avevo un groppo in gola», ha confidato il cardinale. Con autoironia ha poi aggiunto: «Mi sono chiesto cosa avrei fatto se fossi stato io al posto del nuovo Papa e ho pensato che avrei fatto come nel film di Nanni Moretti: mi sarei affacciato al balcone, dopo avere visto tanta gente l’avrei richiuso e avrei detto: “Non ce la faccio”».
Un’affermazione che aveva già condiviso con alcuni sacerdoti, come ha ammesso lui stesso, e che oggi strappa un sorriso, ma rivela anche l’umiltà e la consapevolezza del ruolo.
Zuppi ha anche scherzato sul FantaPapa, il gioco online che sfida i partecipanti a indovinare chi sarà il prossimo Papa: «Sapevo del FantaPapa perché ne ho parlato con i miei nipoti, ho avuto uno scambio di stima con loro».
La confessione del cardinale Zuppi, così diretta e umana, ha lasciato il pubblico del Salone del Libro con un sorriso e una riflessione: anche ai vertici della Chiesa si può guardare al proprio ruolo con profondità, ma anche con leggerezza. Un esempio di come fede, cultura e ironia possano convivere nella figura di un pastore moderno.